LATINA (mercoledì 26 giugno 2024) – La parola al testimone: è un bracciante, collega e amico di Satnam Singh, a raccontare la tragedia della morte per caporalato del suo connazionale, avvenuta lo scorso lunedì 17 giugno. Il suo nome è Tarnjit Singh, 30 anni, giunto in Italia un anno e mezzo fa: anche lui, come faceva Satnam, lavora nelle campagne dell’agro pontino.
di Anita Testa
IL RACCONTO – Tarnjit aveva conosciuto Satnam proprio sul luogo di lavoro, nei campi gestiti dall’azienda di Antonello Lovato. E proprio lui è stato testimone della tragedia lì consumatasi: “Quel giorno”, ha raccontato Tarnjit durante la manifestazione di ieri, “stavamo lavorando insieme ma io ero più distante. Ho sentito le grida del datore di lavoro, che minacciava e bestemmiava, poi ho sentito quelle di Satnam e allora mi sono avvicinato. Ho visto subito che era senza un braccio e quando abbiamo chiesto di chiamare l’ambulanza ci ha semplicemente risposto che ‘era già morto e che le ambulanze non arrivano nelle campagne’. Sono andato a cercare una cassetta per mettergli il braccio dietro pensando che lo portasse in ospedale, ma quando sono tornato era già andato via col furgone su cui aveva caricato Satnam e la moglie.”
IL CORDOGLIO – Tarnjit era uno degli oltre duemila braccianti che ieri sono scesi in piazza a Latina per manifestare in memoria di Satnam. Mentre racconta è sotto choc, e afferma di non aver più lavorato dopo l’accaduto perché i titolari, da quel giorno, non “fanno lavorare chi è senza documenti.” Affranto, ha poi espresso il suo cordoglio al collega e amico: “Vorrei solo che la moglie ora si facesse forza e che Satnam possa tornare nel suo paese per potergli fare un funerale degno.”
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Tag: Agro Pontino, amico, Antonello Lovato, Attualità, bracciante, campagne, caporalato, cordoglio, Latina, lavoro agricolo, manifestazione, morte, Satnam Singh, sfruttamento, Tarnjit Singh, testimone Last modified: Giugno 26, 2024